Lettera aperta al Ministro Valditara, a tutti i docenti, personale ATA, Presidi, DSGA d’Italia

Siccome nessuno me lo ha chiesto, volevo anche io dire la mia sulla recente circolare sui telefonini, emanata con una certezza prossima alla sicumera che la stessa avrebbe eradicato il problema dell’uso/abuso dei cellulari in classe fatto dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Come sempre, e questa circolare non fa eccezione, si tenta di porre un rimedio a un problema ignorando che ce ne è uno mooolto più grande. Il vero problema è che noi boomer/generazione X/millennials – o come diavolo ci vogliamo chiamare – al passo della generazione Z proprio non ci sappiamo stare. I telefonini fonte di distrazione? Ma davvero? Ma siamo ancora ai telefonini? Se non fosse tragica ci sarebbe da ridere… Sì, perché mio caro Ministro, cari docenti e personale scolastico di terra, di mare e di cielo, il vero fattore distraente nelle classi dell’Italia tutta sono le BORRACCE! Questo all’apparenza innocuo oggetto, ammantato anche di una certa mal guadagnata fama di eco-friendship, è in realtà un’arma di distrazione di massa che il telefonino je spiccia casa! Molti studenti quest’infernale oggetto nemmeno se lo sono pagato! Sono state le Amministrazioni Comunali più progressiste a regalarglielo nella speranza – illusi! – di attivare buone pratiche ecologiche. Non si potevano sbagliare di più! Nelle mani dei nostri pargoli, la borraccia ha avuto lo stesso effetto dell’anello su Sméagol/Gollum, assumendo il controllo della loro psiche, trasformando le loro abitudini, anche alimentari – da quando le hanno è indubbio che la loro dieta è essenzialmente a base di aringhe salate cotte nell’acqua del Mar Morto -. Dopo un’ora di storia, magari influenzati dai racconti di come gli schiavi nubiani traportassero massi nel deserto per costruire le piramidi, lo studente medio si attacca alla borraccia e ne svuota il contenuto – qualunque esso sia: mezzo litro, un litro, un rubbo – in un sol sorso che neanche Bartali sul Mortirolo, per poi chiedere subito all’insegnante subentrante: “posso andare a riempirla”, mostrando al malcapitato prof l’esangue borraccia e ostentando la stessa espressione che doveva aver avuto Oliver Twist che chiedeva più zuppa d’avena nel refettorio della workhouse. A metterci su il carico, poi, sono state le aziende produttrici di borracce che, per renderle più accattivanti, le hanno progettate di ogni foggia e dimensione, nonché dotate dei più strani gadget: per un certo periodo andava per la maggiore una borraccia che quando usata emetteva il verso – giuro che è vero! – del delfino felice! A chi ha ideato un simile scempio il 41bis andrebbe dato di default! Comunque, a dispetto dell’enorme varietà di fogge e dimensioni, tutte le borracce hanno in comune una cosa: sono progettate per cadere a terra e fare il più frastornante dei rumori. Cadono tutte, a dispetto di qualsiasi legge fisica: anche se tu le sdraiassi su un fianco sul pavimento troverebbero lo stesso il modo di cadere, magari al piano di sotto, rotolando nel punto più irraggiungibile dello stabile e rispondendo in tutto e per tutto al famoso corollario dell’officina della legge di Murphy: un attrezzo che cade in officina rotolerà per una distanza indefinita fino a raggiungere il punto più irraggiungibile e nascosto dell’officina stessa. Le borracce si comportano esattamente così: rotolano e rotolano apparentemente senza fermarsi mai. Si narra di una borraccia caduta a un alunno di seconda media di una scuola del Cadore la cui borraccia, dopo essere precipitata da un’altezza di circa ottanta centimetri, ha cominciato a rotolare. Se ne sono perse le tracce quasi subito, ma per un caso fortuito la Street View Google Car l’ha inquadrata nei pressi di Chieti. Seguendo il suo incessante rotolamento sono arrivati nei pressi di una stazione di servizio di Isernia provando due cose contemporaneamente: che la legge sulla conservazione del moto va rivista e che esiste il Molise! (Ci sono ad ora trattative in corso per rivendicare all’azienda produttrice i territori scoperti dalla borraccia). E del rumore? Ne vogliamo parlare? Sia essa piena o vuota, la borraccia quando cade produce un rumore tale da ricordare una campana tibetana amplificata con l’impianto audio dei Pink Floyd a Venezia. Pare che la caduta di una di esse in un comprensivo della Val d’Ossola abbia richiamato migliaia di monaci buddisti in silente e meditabondo raduno. Quindi, caro Ministro, cari funzionari, colleghi, personale ATA, genitori ecc., è perfettamente inutile tentare di fermare l’onda della distrazione. Fate una circolare sui telefonini? E loro tirano fuori il fidget spinner. La fate sul fidget spinner? E allora vai di dab. La fate sulla dab? E allora via di bottle flip in un’infinita catena di trovate sempre più sottili e – solo all’apparenza – innocue. Date retta: è una battaglia persa. La cosa migliore è seguire il detto if you can’t beat them, join them: uniamoci a loro con le nostre borracce a forma di fidget spinner, ballando la dab mentre facciamo bottle flip e riprendiamo tutto con il cellulare per fare dei video reel su Instagram. Sarà cringe, concordo, ma almeno la smetteremo di perdere tempo con inutili circolari. Alla prossima moda!

Red water tumbler. Free public domain CC0 photo.